apatia ???

mi sento apatico ma sto bene così

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  1. simon2121
     
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    Buonasera,
    sono un ragazzo di 21 anni, vivo a Roma ma sono nato e cresciuto in sardegna. Frequento l’università di Scienze Politiche. Da circa un anno mi sento apatico, non ho voglia di fare niente, di conoscere gente nuova, di uscire e divertirmi con gli amici, non mi ci trovo proprio. Non credo di essere depresso anche perché non mi sento depresso. Il punto è che nello stare solo io sto bene, mi piace leggere, guardare i documentari, insomma stare a casa. Ho pochi amici ma buoni. Vivo con altri studenti ma con loro non ho buon rapporto. Sono in genere gli altri che si lamentano di me, del fatto che mi chiudo, che non mi va di uscire, che non parlo mai. In particolare mi pesa l’accollo dei mie genitori che credono che sia depresso perché non sto più andando avanti con gli esami all’università. A dire il vero non mi sto più presentando in seduta di esame, non ci trovo più il senso. Fosse per me vivrei in un isola deserta da solo accompagnato solo dai mie libri di filosofia che amo e che mi hanno aiutato a vedere il mondo da un'altra prospettiva, in particolare Nietzsche :rolleyes: . Gli studi filosofici sono la mia grande passione dai tempi del liceo. Mi hanno aiutato tantissimo nei momenti difficili, mi hanno aiutato a farmi scivolare le cose, a non dare importanza. E’ possibile che io sia sereno solo nell’impiegare il tempo come desidero e che sono gli altri ad avere problemi con me perché magari non mi accettano?
     
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  2. psicoterapiamorabito
     
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    Gentile Simon21,
    nel suo racconto c'è molta vaghezza e genericità con le quali parla di sè. Allude al fatto che non ha alcun problema se non quello delle “lamentele” delle persone che ha vicino. Mi scrive che “sta bene da solo”, quindi immagino che” sta male quando sta con gli altri”. Sarei molto curiosa di sapere com’è fatto questo suo “non trovarsi con gli altri”, come si sente nell’intrattenere dei discorsi ed avere un confronto. Credo che dietro tutto ciò ci siano dei sentimenti dolorosi (senso di confusione? inadeguatezza? impotenza?) e che, per gestirli, ricorre ad astrazioni e spiegazioni naturalistiche o filosofiche e questo, mi sembra di capire, fin dai tempi del liceo.
    Questo mio pensiero è da estendere a tutto ciò che lei riferisce come “non avere un senso” e “non voler fare le cose”. Bene: quando e come non hanno senso quali cose? Quando e come è successo che nel fare le cose che faceva prima è stato male?. Quello che mi sento di dirle è di tenere sempre conto del fatto che se sta bene quando evita di fare determinate cose (studio, amici, fidanzata?) è inevitabile che sta male quando invece le cose le fa e dietro questo malessere dovrebbe iniziare a lavorarci su.
    Le assicuro che non siamo fatti per stare da soli e rimanere “appesi” senza una direzione, qualunque essa sia.
    Grazie per il contatto. resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
     
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1 replies since 17/5/2015, 18:44   15 views
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